la piazza di delphine
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giovedì 19 maggio 2022
ritrovarsi
martedì 18 maggio 2021
Immigrata
Avevo cominciato a scrivere il 23 luglio 2020, in quella data il comune mi aveva certificato il cambio di residenza e mi sembrava fosse arrivato il momento giusto per riprendere in mano il mio blog, invece è rimasto lì a prender polvere.
Ho cambiato città, casa, abitudini, ora tutto è diverso. Abbiamo trascorso tanti lunghi mesi in solitudine o quasi. Gli amici della vecchia città sono evaporati quasi tutti ma era prevedibile. Resta l'amaro di aver come sempre creduto nella sincerità e nell' amicizia che invece non ci sono.
La casa è bella e confortevole anche se il consorte fatica ancora ad abituarsi ma lui ne ha tutte le ragioni.
A piccoli passi stiamo cercando di stringere nuove relazioni ma sono intrecci difficili da costruire.
Ho avuto momenti di allegria e altri di profonda sofferenza ma questo capita a tutti. Ora con la speranza di poter riprendere il possesso della nostra vita timidamente insieme facciamo dei piccoli progetti, è una sensazione strana e straniante. Una passeggiata a Venezia è stato un evento memorabile, poter entrare a Palazzo Ducale mi ha emozionato per la quantità di cose belle che abbiamo potuto ammirare.
La voglia di vivere è superiore alla paura e cercheremo di affrontare il domani con energia ed entusiasmo per non lasciarci sfuggire nessuna occasione. Mantenendo sempre presente la prudenza ed il buon senso.
sabato 25 aprile 2020
25 aprile
mercoledì 25 marzo 2020
Di COVID
mercoledì 18 marzo 2020
Di spesa con mascherina
Quello che è stato davvero inquietante è stato il silenzio che avvolgeva gli scaffali.
Sono dovuta entrare da sola, un carrello una persona, regola ferrea.
Quasi tutti avevano mascherina e guanti, me compresa.
Avevo fatto una lista dettagliata e l'ho seguita con diligenza, a parte qualche piccola distrazione.
Ho incrociato raramente gli sguardi altrui, tutti camminavano a testa bassa, ci evitavamo con cura, e nel caso di doversi incrociare lungo le corsie facevamo attenzione a non entrare in contatto in alcun modo.
Una angoscia terribile, l'altro non è sol altro da te ma un possibile veicolatore di virus.
Dietro alla mascherina guardavo le persone che si aggiravano frettolose, il respiro faceva appannare gli occhiali; i guanti mi davano maggiore sicurezza la loro era una barriera più solida.
Quando sono uscita il consorte mi aspettava vicino alla macchina seduto al sole, c'era caldo, si sentiva aria di primavera ed io avevo voglia di ritornare subito a casa, tra le mie quattro mura sicure e solitarie.
Mi è rimasta addosso un'ansia torbida e nauseante fino alla mia abituale sessione di stretching, quando lo sforzo ha allentato la tensione.
Domani si resta dentro e si riprova a panificare, la scorta della farina è fatta.