Nonostante tutto la vita va avanti, il mio blogghino è un po' malconcio e le sue funzionalità sono ridotte ma non ci si ferma.
Domani pomeriggio arriverà un nuovo grande mezzo di trasporto davanti al nostro garage, sarà una prova, un esperimento e, in compagnia di amici esperti, proveremo a vedere l'effetto che fa.
Nuove avventure ci aspettano, è dura la vita dei pensionati!
So che ci sono camperisti in giro, magari potremo confrontarci al mio rientro. Ovviamente si accettano consigli e istruzioni per l'uso
Buona vita a tutti !
Troviamoci Qui Per Riflettere, Pensare, Parlare, Scrivere, Condividere, Raccontare, Chiacchierare, Spettegolare, Ridere, Scherzare, Ascoltare E Perchè No Anche.... Sognare
mercoledì 30 ottobre 2013
sabato 26 ottobre 2013
HELP
Non so se accade solo a me ma ho la pagina del blog e tutte le sottosezioni invase da pubblicità quasi oscena ?!?!?!?
C'è qualcosa da poter fare?
C'è qualcosa da poter fare?
giovedì 24 ottobre 2013
Namibia e dintorni 5
La
mattina il risveglio è una magia, la luce del primo mattino accende i colori
degli alberi, del fiume che scorre tranquillo davanti alla nostra tenda, rimaniamo tutti incantati. Dopo una generosa
ed allegra colazione partiamo per una prima escursione in barca per vedere il
fiume e scoprirne i piccoli grandi segreti. Siamo nel delta dell’Okavango,
nella parte settentrionale, lungo il Linyanti L’ambiente è ricco di canneti
e ninfee che occhieggiano bianche tra il
blu dell’acqua ed il verde della vegetazione;
scorgiamo uccelli ovunque, rapaci ed uccelli lacustri, cicogne e aquile,
ma quello che più colpisce è la tranquillità e la serenità di questi luoghi, la
nostra barchetta dal fondo piatto silenziosamente ed agilmente si destreggia
nei canali ed ogni ansa, ogni spiaggia ci regala una sorpresa. Il giro è
relativamente breve, rientriamo presto al lodge dove ci godiamo la calma del
fiume e ci spupazziamo il piccolo Ettore di due mesi, figlio dei proprietari
che un po’ incoscientemente lo fanno crescere in quel luogo sperduto! (Questo
però è il pensiero di noi nonne dell’occidente).
Nel primo pomeriggio
attraversiamo il territorio circostante prima con una grande jeep ed
incontriamo antilopi, facoceri, impala, varani e possiamo renderci ben conto
del passaggio degli elefanti che sono peggio di Attila! Lasciano la terra
desolatamente brulla, i pochi tronchi rimasti sono come scarnificati e il rosso
della loro polpa rivela la vita che c’è ancora. La seconda parte della gita la
facciamo in barca seduti sul tettuccio superiore e qui non ci sono parole per
descrivere il nostro incontro con una quantità innumerevole di elefanti. Sono
piuttosto infastiditi dalla nostra presenza anche perché non ne sono abituati.
Diversamente dall’Etosha questo parco, Nkasa Lupala Park, è poco frequentato e
certi itinerari di visita sono utilizzati da pochissimo tempo.
Siamo letteralmente
circondati da un branco di enormi bestioni, che barriscono e sventolano
minacciosamente le grandi orecchie. Un’elefantessa prende vicino a sé il
proprio cucciolo con la proboscide e ci fa capire senza ombra di dubbio che lei
lo proteggerà sempre! Arriviamo anche a vedere qualche ippopotamo, una famiglia
di babbuini e dei bufali sulla sponda del Botswana. La strada del rientro è costellata da incontri
con gli elefanti che al tramonto vanno ad abbeverarsi al fiume, e sono tanti
davvero tanti. Anche questo tramonto sarà indimenticabile per i colori che il
sole ci regala.
La sera, dopo una doccia rinfrancante, ci godiamo un’altra
stellata da togliere il fiato e ci addormentiamo con il barrito degli elefanti
non proprio lontani.
La
mattina seguente purtroppo lasciamo questo piccolo eden e ci dirigiamo verso il
Parco Chobe. Percorriamo una lunga strada sterrata e, come dice la nostra guida
non c’è viaggio senza foratura, foriamo. Per fortuna siamo vicini ad un centro
abitato e in breve tutto il treno di gomme è sistemato. Siamo in riva allo
Zambesi che scorre pigro ed il caldo si fa sentire decisamente. Attraversiamo
la frontiera del Botswana ed arriviamo a Kasane, che è un’orrenda cittadina affollata
di negozietti di souvenir della peggior specie. In breve arriviamo al nostro
prossimo lodge che è a dir poco entusiasmante. Un giardino immenso raccoglie i
pochi bungalow che sono immersi nel verde, ci sono facoceri ed antilopi che
gironzolano liberi e per nulla intimoriti dalla nostra presenza. Siamo sulle
sponde del fiume e la natura è esplosiva. Alberi di mango, frangipane, bouganville,
sono tutti in piena fioritura perciò è tutto un tripudio di colori e profumi.
Ci
godiamo un tramonto di assoluto relax a bordo piscina, immersi nella frescura
del giardino, in compagnia degli animali che discreti ci guardano con
circospezione.
La
nostalgia comincia ad assalirci, sentiamo odore di rientro … ma non c’è tempo
per i pensieri, il programma prevede altre emozioni ed altre avventure.
Un
altro risveglio antelucano ci attende, alle 5,30 siamo tutti in piedi, un
grosso fuori strada ci trasporta all’interno del parco Chobe e sventolati dall’aria
gelida del primo mattino ci dirigiamo verso il fiume dove possiamo osservare la
fauna locale. Il panorama lascia davvero senza parole, l’immenso habitat del
fiume è occupato da mandrie di bufali, impala, elefanti, a perdita d’occhio.
Vediamo solo le orme del leone, anche
qui non siamo allo zoo e gli spazi sono immensi, i grandi felini si sono
diretti altrove, almeno così ci assicura il ranger che ci accompagna, e sono
troppo lontani per riuscire a raggiungerli e terminare il giro previsto. Ci
accontentiamo di vedere tutto il resto in particolare una gran quantità di
uccelli di varie dimensioni e di mille colori. Per le 9 siamo di ritorno e ci rinfranchiamo
con un’abbondante colazione. Ci dedichiamo per qualche ora all’esplorazione del
grande giardino del lodge e al relax, qualcuno legge, qualcuno recupera il
sonno perduto, qualcuno apprezza la fescura della piscina.
Nel
primo pomeriggio partiamo per l’ultimo safari nel Chobe , questa volta in
barca, alla scoperta del fiume e dei suoi abitanti. Mi è davvero difficile
enumerare tutti gli animali che abbiamo visto nel corso di questa gita,
tantissimi davvero tantissimi: aquile pescatrici, jacane, cormorani, cicogne, martin
pescatore, coccodrilli grandi e piccoli, babbuini, varani, bufali, ippopotami,
elefanti ( e tanti altri di cui non ricordo il nome)! Abbiamo navigato per 4
ore, instancabilmente il nostro accompagnatore ha cercato di portarci tra i
canneti e le tante isolette alla scoperta di angoli più belli e maggiormente
affollati. La prima parte della gita è stata caratterizzata da un sole caldo ed
implacabile che ci abbagliava e ci ha fatto sudare non poco. Abbiamo incrociato
un branco di ippopotami cui siamo sfuggiti a gran velocità, sono immensi e le
loro fauci non sono per nulla rassicuranti. Una sterminata famiglia di babbuini
neri ci ha degnato solo di qualche sguardo intenta com’era a pasteggiare con l’erba
di un immenso prato in riva al fiume. Un coccodrillo ha continuato a
riscaldarsi al sole con le spaventose fauci aperte mentre altri hanno continuato
a nuotare pigramente. Un cormorano è rimasto sul ramo con le ali aperte ad
asciugare. L’aquila pescatrice ha condiviso i rami di un grande albero con una
cicogna dal becco aperto. Intanto noi abbiamo continuato a stupirci e ad
ammirare tutta questa meraviglia. Poi poco alla volta la luce si è fatta più
tenue, le ombre più lunghe ed è cominciata la magia del tramonto che ci ha
fatto esplodere occhi e cuore. Per concludere in bellezza abbiamo incrociato un
branco di elefanti che hanno attraversato un guado proprio davanti a noi e le
loro silhouettes si sono stagliate sul cielo infuocato del tramonto, un
tramonto così bello nessuno di noi lo aveva mai visto. Una palla di luce incandescente
si è calata nell’acqua incendiando tutto l’orizzonte.
Le macchine fotografiche
scattavano all’impazzata fino a stordire gli stessi fotografi. E così storditi e
decisamente paghi rientriamo eccitati ed emozionati dalle luci, dai colori,
dalla scenografia perfetta.
La
malinconia ci attanaglia tutti, come faremo a ritornare alla quotidianità, al
grigio, all’autunno ormai alle porte? E le notizie dalla patria son quelle che
sono; migranti affogati, senatori decaduti ….. ma tant’è ogni avventura ha un
inizio ed una fine, sarà così anche per noi.
Ci
restano ancora le cascate di Victoria, un' ulteriore esplosione di vita e di
colori. Dopo aver varcato la frontiera dello Zimbabwe ci dirigiamo verso la
moderna Victoria Falls, un mondo decisamente diverso da quello che abbiamo
appena lasciato, costruzioni recenti, lunghe file di bei negozi costeggiano la
strada, alternandosi con qualche piccolo ed ordinato mercatino con prodotti
dell’artigianato locale. Dopo aver lasciato i nostri bagagli in albergo ci
dedichiamo ad una passeggiata ed all’ultimo shopping. Nel primo pomeriggio ci
dirigiamo a piedi verso le cascate. Sono imponenti e spettacolari, un agevole
sentiero percorre tutto il percorso panoramico ed è veramente impressionante la
grandezza e la portata di queste falls, anche se la siccità quest'anno ne riduce una
parte. L’orario è perfetto per vedere una quantità di arcobaleni, doppi,
singoli, completi ….. non ci siamo fatti mancare nulla.
La
serata si conclude con una cena al suono dei tamburi, in un posto piuttosto
turistico e rumoroso ma decisamente pittoresco.
L’indomani
prendiamo l’aereo e dopo 24 ore di viaggio rientriamo a casa.
Il
viaggio è finito.
La
Namibia è stata una meta indimenticabile, un viaggio praticamente perfetto, ci
portiamo a casa tanta armonia, tanti pensieri felici, tante risate e tante
riflessioni. Questa terra è una tavolozza con tutti i colori dell’arcobaleno e questi
per me sono i suoi colori : il rosso della corteccia dei tronchi spellati dagli
elefanti, l’arancione delle dune, il blu del cielo, il verde della foresta, il
giallo della savana, il nero della notte nella giungla, l’ocra delle donne
Himba, le mille sfumature del marrone delle antichissime montagne, il bianco
smagliante del sorriso dei bambini senza dimenticare tutte le sfumature di ogni
colore scorte sui dorsi degli animali, sulle pendici dei monti, nelle lagune e
nei fiumi.
lunedì 21 ottobre 2013
namibia e dintorni 4
La
mattina successiva ci dirigiamo verso un villaggio di boscimani per osservare
le loro tecniche di caccia, la raccolta di piante e radici, danze tribali e
canti. Anche questa è una visita che affronto con qualche perplessità, tutto è
molto interessante ma ho sempre la sensazione di violare la loro privacy. Sono
sorridenti, gentili e particolarmente cordiali. Un giovane ci illustra le loro abilità
in inglese (ed io capisco abbastanza), un altro con una mimica invidiabile pur
parlando nella sua lingua ci spiega come accendere un fuoco, come cacciare,
come procurarsi la canfora o il veleno nella foresta. ù
E’ una etnia molto diversa da quelle
che abbiamo incontrato precedentemente, sono più piccoli e magri, minuti ed
agili. Gli uomini sono i protagonisti mentre le donne restano ad osservare o
aiutano a portare gli oggetti, solo al momento dei canti e della danza si
esibiscono come protagoniste. Finiamo la visita in un simpatico shopping center
dove sono esposti monili fatti di semi, legno e corda. A parte il fatto che mi
sono esibita con loro in una danza rituale ed ho fatto ridere tutti tanto che
mi avrebbero dovuta pagare per il divertimento procurato …. la mia perplessità
rimane e pur rendendomi conto che siamo un mezzo di sostentamento non credo sia
il modo giusto per approcciarsi a queste popolazioni.
Dopo
questo incontro abbiamo proseguito verso Rundu, paese che è adagiato in riva al Kavango. La
natura diventa meno arida e decisamente più ricco di vegetazione. Lungo la
strada ci fermiamo a visitare “Kehemo Ketuko” che è un orfanatrofio che Rolando
e Nadia, sua moglie, sostengono portando un aiuto concreto all’infanzia più
povera del nord-est della Namibia. E’ stata una visita importante e molto
istruttiva, soprattutto per noi che ci possiamo permettere di fare un viaggio
di questa portata. Personalmente non sono riuscita a fare nessuna foto, ero
presa ad ammirare la dedizione dei volontari, il sorriso dei bambini, le
camerate ingombre di letti, le cataste dei materassi, l’orto con l’impianto di
irrigazione da montare, la cucina con il fuoco a legna, gli enormi pentoloni
dove cucinano la polenta, l’ordine e la pulizia che nonostante tutto regnavano,
la rassegnazione dei ragazzini più grandi, i loro quaderni, i loro poveri
abiti, le piastrelle scrostate delle docce, la sabbia, la chiesa. Siamo rimasti
a lungo ad ascoltare i racconti di Rolando, la storia di questo posto, la
fatica che si fa a costruire una cosa del genere e soprattutto l’impegno che
richiede il progetto di dare un’istruzione a tutti questi ragazzini, a dare a
loro un’opportunità di avere un futuro, la difficoltà di accogliere tutte le
bambine che fuggono dalla miseria e dalla violenza. Nessuno di noi è rimasto
immune dalla compassione e tutti abbiamo assicurato il nostro impegno per fare
qualcosa per loro. (Non ce ne siamo più dimenticati! )
La
notte è arrivata e nel nostro comodo lodge abbiamo trascorso la serata
ascoltando altri racconti e avventure di bambini e adulti che sperano e si
impegnano, che passano dalle parole all’azione in favore di quelli meno
fortunati.
La
mattina successiva abbiamo fatto un bellissimo giro al rutilante mercato di
Rundu, dove i profumi delle spezie si mescolavano con mille colori, dove c’era
tanta gente e tanto rumore, dove la musica sopraffaceva le voci. Affascinati
dai sorrisi e dalla gentilezza di tutti abbiamo dato sfogo ad un momento di
shopping davvero africano. Niente gadget…solo oggetti di uso comune, un mercato
vero, dove c’erano il banco del macellaio e quello della farina, quello della
frutta e quello dei tessuti, anche un venditore di bare!
Prima
di partire verso il Caprivi, destinazione Parco del Mamili ci fermiamo all’asilo
che è gestito dalla stessa organizzazione. La visita è più lieve, qui i bimbi
sono più piccoli ma hanno tutti una famiglia, hanno dai 3 ai 5 anni, le maestre
hanno classi di 40 bimbetti ciascuna, loro stavano tutti seduti composti con
una bella divisa e ci hanno cantato orgogliosi delle canzoncine in italiano e
hanno contato in inglese da 1 a 20, decisamente soddisfatti dei nostri applausi
e dei nostri complimenti. Con la sincera promessa di non dimenticarci di loro
li abbiamo salutati, ricambiati dai loro sorrisi e dai loro baci.
Proseguiamo
verso la nostra nuova meta, attraversiamo villaggi poveri ma vivi, tutti ci
salutano come fossimo vecchi amici, come si possono dimenticare i sorrisi che
sempre accompagnano questi volti? Anche quest’oggi la strada è lunga ma come
sempre troviamo mille cose di cui stupirci, dopo l’asfalto ci attende un lungo
pezzo di sterrato ed infine dopo l’attraversamento di un torrente dove un
gruppo di ragazzini si esibisce in salti e tuffi rumorosi ed allegri,
percorriamo un tratto di strada decisamente sconnessa che sembra non finire
più, dopo salti, sballonzolamenti che ci sfiniscono arriviamo in un paradiso
terrestre, un lodge che in realtà è un campo tendato, dove tutto è
rigorosamente ecosostenibile, dove non arriva la luce elettrica e l’impianto ad
energia solare è l’unica fonte di energia. Prima di accompagnarci nella nostra
tenda ci fanno firmare una liberatoria che certifica che ci hanno informati dei
pericoli che potremmo correre se ci avventureremmo da soli dopo il tramonto in
giro per il territorio intorno al lodge stesso! Ovviamente qui non ci sono
reti, né barriere e gli animali in particolare gli elefanti hanno la possibilità
di girare in completa libertà. Dopo una doccia ristoratrice e rilassante ci
vengono a prendere nella nostra tenda (arredata meravigliosamente) ed andiamo a
cena.
La tavolata accoglie tutti gli ospiti ed è un allegro melting pot di
lingue ed esperienze che l’esperta regia del gestore (un giovane piemontese) rende piacevole e
divertente, il tetto è la via lattea che qui risplende in tutto il suo
splendore. Dopo l’ottima cena ci rilassiamo chiacchierando intorno al fuoco,
poi poco alla volta ognuno si ritira nella propria tenda, resto da sola a
guardare il cielo, scorgo lassù dei volti familiari, nell’universo c’è anche la
mia felicità che risplende. Il silenzio è sovrano, c’è solo il frastuono della
natura, grilli e rospi , qualche barrito che speriamo resti lontano. Ci
addormentiamo tutti in trepida attesa delle avventure che ci aspettano,
certamente ancora emozionanti!
sabato 19 ottobre 2013
Namibia e dintorni 3
Eccoci
arrivati al giorno della visita al Parco Etosha, le aspettative sono tantissime
ed ovviamente vengono tutte esaudite.
Rolando, la nostra guida, alza il
tettuccio del fuoristrada e noi abbiamo la possibilità di osservare intorno a
360°, che libidine, soprattutto per i fotografi.Ad ogni pozza vediamo tanti
animali, la carenza di acqua affolla ovviamente questi stagni, per noi è una
manna. Vediamo orici, antilopi, gazzelle, kudu, zebre, gnù, giraffe, sprinbox, elefanti,
rinoceronti e chi più ne ha più ne metta…. In un crescendo di emozioni. Sembra di stare in un documentario,
in silenzio, con il fiato sospeso.
Un rinoceronte ci attraversa la strada. Scorgiamo un leone con il suo harem di quattro leonesse che riposa pigro tra i
cespugli.
Verso il tramonto aspettiamo l’uscita dalla tana delle iene, sono sei
e sono bellissime, si guardano intorno furtive e ci osservano con supponenza.
Scorgiamo
una leonessa che improvvisamente parte all’attacco di un orice e lo manca, è
stata una scena fulminea ma davvero da togliere il fiato!!!!! Purtroppo nessuno è riuscito ad immortalare la scena.
Poi
arriva finalmente il tramonto che incendia il cielo e noi ci ritiriamo all’interno del lodge, negli spazi riservati agli umani, recintati e protetti perché qui gli animali
sono liberi e sovrani.
La
nostra camera è proprio di fronte ad una pozza e nel buio della sera continuiamo
ad osservare gli animali che si abbeverano, in continua processione arrivano elefanti,
rinoceronti, giraffe tenendo ben presente la giusta gerarchia dettata dalla
dimensione, il più grande beve prima del più piccolo! Ho visto un elefante
caricare un rinoceronte perché non si decideva ad allontanarsi dall’acqua
mentre l’altro stava bevendo!
In questa notte senza luna ascoltiamo i rumori della natura così
vicini che mettono un po’ d’inquietudine.
Percorriamo
dall’alba nel senso della lunghezza il resto del parco e continuiamo ad avere
incontri decisamente interessanti, soprattutto incrociamo una leonessa con i
suoi cuccioli, è reduce da un “fiero” pasto, tutti hanno il muso e le
zampe anteriori sporchi di sangue, lei avanza lentamente ed i piccoli la seguono
saltellando, proprio come fanno i bambini.
Questi
momenti sono caratterizzati da un grande silenzio, siamo tutti ammutoliti, vuoi
per l’emozione ma direi soprattutto per rispetto di questi animali così belli,
liberi, orgogliosi, dignitosi. Non è certo come vederli allo zoo qui sono
davvero loro stessi e noi ci rendiamo conto di quale privilegio abbiamo nel
poterli osservare da così vicino.
La
giornata è davvero intensa e la strada da percorre lunga, ma come sempre non ci
si stanca mai nemmeno di guardare fuori dal finestrino, ogni poco c’è qualcosa
che attira la nostra attenzione. Continuiamo a riempirci gli occhi di paesaggi
brulli per la siccità ma veramente affascinanti. In particolare è la luce di
questi luoghi che è diversa dalla nostra, tutto sembra molto più luminoso e
colorato. Prima di arrivare alla nostra destinazione serale ci fermiamo ad
ammirare la Hoba, uno dei più grandi meteoriti caduti sulla terra.
Per
la notte soggiorniamo in un altro lodge molto confortevole, se non fosse che al
nostro arrivo sono senza corrente elettrica e di conseguenza senz’acqua. Non ci
perdiamo d’animo, infiliamo velocemente il costume ed attendiamo a bordo
piscina il ritorno delle comodità
moderne, sorseggiando il tè e sbocconcellando con indifferenza un ottimo
dolcetto, con la pazienza “africana” che contraddistingue questi posti.
martedì 15 ottobre 2013
Namibia e dintorni 2
Il
giorno seguente la sveglia suona alle 5,30 e ci dirigiamo verso Swakopmund. Attraversiamo i passi del Gaub e del Kuiseb
dove possiamo osservare l’antichità della terra, le stratificazioni del granito
raccontano la storia del deserto di pietra; la strada è lunga ma mai monotona,
le spiegazioni della nostra Prof. Biancamaria sono sempre interessanti e
coinvolgenti ci permettono di apprezzare meglio questa terra che essendo la
prima delle terre emerse è quella che ha più secoli da raccontare.
Nel primo
pomeriggio arriviamo a destinazione e nonostante il tempo non proprio clemente
ci dedichiamo alla visita della cittadina, visitiamo l’interssante museo dei
cristalli e non manchiamo di ispezionare tutti i negozi del centro commerciale.
Il nostro programma prevede per il giorno successivo la gita in barca per
ammirare otarie, delfini, cormorani e fenicotteri, perciò dopo la consueta
sveglia antelucana e un’abbondante colazione ci
avviamo verso Walvis Bay. Purtroppo la mattina è cupa e fa freddo, piove
a tratti, la luce è grigia ma il nostro umore non ne risente. Il giro marino è
interessante e riusciamo a vedere molti delfini ed otarie. A bordo ci viene
servito un ottimo spuntino a base di ostriche e aperitivi vari che non
disdegniamo affatto. Il nostro cicerone parla solo in inglese ed io fatico non
poco a comprendere le sue spiegazioni ma noto che tutto sommato me la cavo, riesco
anche a dare qualche spiegazione a Viviane che invece di inglese non sa una
parola. La mattinata scivola via tranquilla ed arriva nel pomeriggio
l’appuntamento con un giro in 4x4 sulle dune vicino al mare. Ed io che mi
aspettavo la solita girata …. Altro che discese ardite e risalite!!!!! E’ stato
tutto un saltare da una duna all’altra, con panorami in continua evoluzione,
montagne di sabbia che improvvisamente cedono il passo al mare spumeggiante o a
distese di saline bianche come il latte, incontriamo dei pescatori che impavidi
restano immobili al vento in attesa del pesce, ci fermiamo a guardarli ma io
soprattutto guardo il mare che innalza le onde e la risacca arriva quasi a
sfiorarmi i piedi, che ci posso fare se il mare mi ipnotizza?
Ci viene offerto uno spuntino molto gradito
tra le dune e poi i nostri piloti (che erano gli stessi della barca del
mattino) ci riportano tra le risate generali al porto. Mi sono sentita una
ragazzina con tutti quei salti e quell’allegria, un momento davvero liberatorio
e rivitalizzante. Al nostro rientro a Swakopmund siamo accolti da un temporale
e la temperatura si è ulteriormente abbassata …. Ma siamo in Africa o ai Poli????
La serata si conclude con la cena in un locale caratteristico The Tug ed il
tavolo a noi riservato è proprio fronte mare, uno spettacolo davvero
emozionante mangiare (benissimo) con le onde che si infrangono sotto di noi!
E
sorge un altro giorno, partiamo sempre presto perché anche oggi la strada sarà
lunga, destinazione Twyfelfontein nel Damaraland. La percorso è spesso interrotto da fermate
per acquistare minerali e prodotti artigianali vari, possiamo così ammirare le
prime rappresentanti delle donne Herero , ed anche qui il paesaggio ci regala ogni poco una sceneggiatura nuova.
Così il tempo trascorre piacevolmente e nel primo pomeriggio arriviamo a lodge
dove pernotteremo, sembra scavato nella roccia ed all’ingresso possiamo
ammirare un assaggio dei graffiti boscimani che vedremo l’indomani. Nel
pomeriggio veniamo issati su dei camion per un safari 4x4 (io direi 8x8) per
vedere gli elefanti del deserto. Ne usciamo soddisfatti ma notevolmente scekerati
. La cena della sera viene allietata dai camerieri che cantano e ballano le
loro canzoni. Mi piacciono molto e acquisto il cd con la loro musica.
Anche il
nuovo mattino ci si presenta con la pioggia, ma pazienza, proseguiamo per la
visita alle pitture rupestri e ai graffiti. Purtroppo il tempo inclemente ci
costringe ad un giro più piccolo del previsto ed è un vero peccato perché dal
poco che abbiamo visto il resto doveva essere davvero bello. Successivamente ci
fermiamo ad ammirare le Organ Pipes (o canne d’organo) altra meraviglia!!!
Poco
alla volta il tempo migliora e ci dirigiamo verso Opuwo, città a Nord, dove
entreremo in contatto con le etnie Himba e Herero.
Da
questo momento in poi il viaggio cambia dimensione, almeno per me. Non mi sento
tanto turista quanto osservatrice e mi ritrovo spesso a riflettere sulla
contaminazione che noi occidentali portiamo a queste popolazioni che hanno una
cultura profondamente diversa dalla nostra e che vivono secondo altri ritmi ed
altre regole. Nel pomeriggio arrivati a destinazione, ce ne andiamo a passeggio
lungo la strada principale ed occhieggiamo nel negozi, nei supermercati e nei
mercatini che la costeggiano. Le persone sono di tante etnie, vestiti in
maniera tradizionale o all’occidentale in una mescolanza che disorienta. Ho qui
per la prima volta la sensazione della miseria, anche se gli scaffali dei supermercati sono colmi e i
negozi offrono qualsiasi merce, l’immondizia
per la prima volta fa la sua comparsa lungo i marciapiedi. Sono un po’ stordita
dalla confusione e dal caldo ed apprezzo davvero la tranquillità della nostra guest
house, dove ceniamo di gusto e ci
attardiamo in chiacchiere con un gruppo di tre signore che stanno viaggiando da
sole ed hanno tanto da raccontare.
La
mattina successiva andiamo a visitare un villaggio Himba, dobbiamo essere
accompagnati da una guida locale, nel nostro caso si chiama Queen Elizabeth, che ci fa acquistare i doni da portare al capo
villaggio e ci scortapresentandoci al capo villaggio. Gli uomini sono al
pascolo, nel villaggio ci sono solo donne e bambini. Le donne sono bellissime,
fiere, curate, sorridenti, cosparse di ocra, burro ed erbe, i capelli
acconciati con trecce impastate con cenere e ocra, portano una specie di gonnellino
di pelle, sono adornate con collane e bracciali. I bambini sono di una bellezza
disarmante, ci prendono per mano saltellando, cantando, sorridendo. Di nuovo mi
ritrovo a riflettere sulla inopportunità della nostra presenza in quel posto.
Mah …. Sono felici lo stesso, la loro vita è cadenzata da ritmi diversi e da
necessità diverse, così pure le priorità sono altre, noi che ci facciamo lì?
Riprendiamo
il nostro cammino verso altre mete e lasciamo anche questo angolo d’Africa con
un misto di sollievo e nostalgia. Dopo circa tre ore di auto arriviamo a Rundu
dove ci dedichiamo al relax formato speciale. Il lodge è stupendo, il silenzio
che ci circonda è meraviglioso, è davvero impossibile dimenticare questi giorni
fatti di odori, profumi, rumori, paesaggi, risate e riflessioni. Lo sguardo qui
si perde nell’immensità della savana, il vento accarezza il nostro respiro ed
ogni attimo godiamo della meraviglia che ci circonda.
(Continua)
venerdì 11 ottobre 2013
Namibia e dintorni 1
Siamo
partiti il 18 settembre per un’avventura che aspettavamo tutti con grande
trepidazione, le valigie sono state preparate con
cura ed attenzione, la fornitura di guide e cartine è stata completata, nel cuore c'è tanta
speranza e desiderio di conoscere una terra che si prospetta magica.
E’
stato un successo! Tutto praticamente perfetto.
Una terra meravigliosa ci ha
accolto e si è fatta scoprire regalandoci dei momenti di grande stupore.
Mentre
rileggo i miei appunti mi rendo conto di quanti superlativi ho usato per
descrivere luoghi e avvenimenti, probabilmente sono un po’ eccessiva ma questo
viaggio è stato talmente bello che mi è difficile ancora oggi contenere l’entusiasmo.
Cominciamo.
Siamo partiti da Venezia in quattro
Biancamaria, Pierantonio, Antonio ed io. Dopo aver fatto scalo a Dubai e
Johannesburg arriviamo a Windhoek. I voli sono stati tutti tranquilli e
confortevoli, la compagnia aerea Emirates ci ha offerto una sistemazione
relativamente comoda e dei pasti incredibilmente decenti. Devo segnalare che
l’aeroporto di Dubai è un caleidoscopio di colori e di varia umanità, noi
abbiamo sostato per quattro lunghe ore ma non ci siamo mai annoiati, nonostante
l’orario (dalle 24 alle 4 del mattino) abbiamo gironzolato curiosi lungo gli
infiniti corridoi su cui affacciano illuminati ed affollati negozi dove è
possibile acquistare qualsiasi cosa.
Windhoek significa “angolo del vento” e
non si smentisce, al nostro arrivo un vento baldanzoso ci accoglie. Incontriamo
Rolando che sarà la nostra guida per i prossimi 20 giorni e la nostra comune
origine veneta crea da subito un clima di cordialità e simpatia reciproca.
Prendiamo contatto con la nostra
destinazione e la prima impressione è di una distesa di terra riarsa, in
effetti sono tre anni che non piove e si nota chiaramente l’arsura ovunque.
Il primo mattino lo dedichiamo ad una
breve visita della città e nel pomeriggio ci trasferiamo in un lodge dove
attendiamo l’arrivo degli altri nostri compagni di avventura. Nell’attesa
facciamo un giro della tenuta che circonda il lodge e cominciamo ad incontrare
i primi animali, sprinbox, orici, antilopi, giraffe, gnu, rinoceronti bianchi
ed un grosso coccodrillo.
Verso il tramonto mi siedo fuori dal
nostro bungalow e mi trovo circondata dal silenzio, solo il rumore del vento e
degli uccelli mi fanno compagnia. Le colline abbracciano la vallata arida ed la
luce calda del sole le illumina.
La compagnia finalmente è al gran completo, sono
arrivati anche Mirko e Viviane, anche loro vicentini, ceniamo insieme in
allegria, tutti un po’ eccitati … domani si parte destinazione il deserto del
Namib.
Prima di andare a dormire alzo gli occhi
al cielo e la stellata è mozzafiato, sarà la prima di una lunga serie!
Qui l’aria è tersa e decisamente frizzante, non vi è traccia di
umidità.
La mattina successiva, di buon ora
partiamo, ci accompagna ancora il vento e non ci abbandonerà per tutto il
giorno.
Prendiamo posto sul nostro mezzo di
trasporto che Rolando, modestamente, definisce la Rolls Royce del deserto. In
effetti è molto comodo e capiente, finestratissimo per permettere a tutti una
visione perfetta dei panorami.
La strada è inizialmente monotona e poi
si fa via via più tortuosa fino all’ingresso del Namib.
Ad
un certo punto Rolando ci fa chiudere gli occhi e dopo una curva li riapriamo
restando tutti a bocca aperta, di fronte a noi si estende un panorama infinito
di monti, vallate, colline, dirupi, in tutta la scala dei grigi e dell’ocra, se
non fosse per il vento fortissimo resteremmo a lungo ad ammirare questa
meraviglia ed anche la strada da fare è ancora lunga, così proseguiamo verso
Solitaire.
Tappa per un pranzo veloce, il rifornimento di benzina e la famosa
torta di mele … ma quando arriviamo è in forno ….. un po’ delusi ci consoliamo
con l’incontro con volatili e roditori di vario colore e dimensione.
Arriviamo al nostro lodge e ci regaliamo
un tramonto da sballo, il deserto che ci circonda è illuminato dalla calda luce
del sole e tutto risplende in un’armonia perfetta di luci e colori. I fotografi
si sbizzarriscono risalendo una collina per trovare l’inquadratura perfetta, io
più modestamente mi godo questo panorama regale, mentre i pensieri volano via
con il vento mi accomodo su di un sasso ed osservo in silenzio lo spettacolo
che mi si para davanti. E’ un’esperienza forte ed unica che non è possibile
dimenticare.
Dopo un buon bicchiere di vino e
un’abbondante razione di stuzzichini ci ritiriamo nelle nostre camere per
prepararci per la cena. Segue una notte piuttosto turbolenta per il vento che
sembra voler scoperchiare i nostri bungalow , per fortuna non accade nulla e
non ci resta che dormire nei nostri letti ben attrezzati da piumini, coperte e
una bella boule con l’acqua calda che nessuno disdegna.
La mattina seguente ci alziamo all’alba
per la partenza verso Sesriem e le dune di Soussvlei .
Nonostante il perdurare del vento freddo
continuiamo ad ammirare paesaggi spettacolari, vuoi per il sorgere del sole,
vuoi per l’orografia del terreno ogni sguardo coglie colori e forme sempre
differenti. Continuiamo a fermarci per ammirare i paesaggi e le dune. Arrivati
alla famosa duna 45 tentiamo la risalita. La duna è a dir poco imponente,
purtroppo non riusciamo ad arrivare alla sommità lungo la dorsale più ripida,
troppo vento da togliere il fiato anche agli scalatori provetti. Proviamo
allora a risalirla di lato, per fortuna con successo. La sabbia entra ovunque (
e vi rimarrà per tutta la giornata) e la salita è veramente impegnativa ma è
stata una bella soddisfazione arrivare in cima, la discesa è decisamente più
agevole, sembra di camminare nella panna montata.
Proseguiamo il nostro giro e percorriamo
una strada piuttosto sconnessa che ci porta all’inizio di un breve sentiero che
ci porta alla Valle Morta, alberi vecchi di 600 anni ci vengono incontro
spettrali, il terreno è argilloso tanto che sembra di camminare sulla luna, il
suolo è quasi bianco, le dune sono rosse ed il cielo è di un azzurro intenso ….
Un posto magico. Prima di ripartire ci accorgiamo che sul ramo di un’acacia ci
sta osservando un enorme gufo (Pearl-spotted Owlet), tentiamo un approccio ma
lui rimane assolutamente immobile quasi indifferente, così lo lasciamo in pace,
per non disturbare.
Nel lodge dove successivamente ci fermiamo a pranzo ci
accorgiamo innanzitutto che il vento si è placato e la temperatura è in rapida
ascesa, ci sediamo all’aperto sotto un’acacia ad osservare l’eterno lavorio dei
passeri nella costruzione del loro immenso nido “condominio” e le peripezie di
un topino finito tra le unghie di un enorme gatto che ha solo voglia di
giocare. Proseguiamo la nostra giornata visitando il canyon di Sesriem , la
passeggiata si rivela più gradevole del previsto in quanto all’interno del
canyon la temperatura scende e resta costante.
Rientriamo nel tardo pomeriggio per un po' di relax dopo tante emozioni!
(continua)
mercoledì 9 ottobre 2013
ritornata
Eccomi qua, ritornata alla base. Felice ed ampiamente soddisfatta.
Ancora mi mancano le parole per descrivere tutte le meraviglie che ho visto
per il momento lascio parlare le immagini .
(Sono foto mie che non hanno alcuna pretesa, la qualità è modesta, portate pazienza)
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