Eccoci
arrivati al giorno della visita al Parco Etosha, le aspettative sono tantissime
ed ovviamente vengono tutte esaudite.
Rolando, la nostra guida, alza il
tettuccio del fuoristrada e noi abbiamo la possibilità di osservare intorno a
360°, che libidine, soprattutto per i fotografi.Ad ogni pozza vediamo tanti
animali, la carenza di acqua affolla ovviamente questi stagni, per noi è una
manna. Vediamo orici, antilopi, gazzelle, kudu, zebre, gnù, giraffe, sprinbox, elefanti,
rinoceronti e chi più ne ha più ne metta…. In un crescendo di emozioni. Sembra di stare in un documentario,
in silenzio, con il fiato sospeso.
Un rinoceronte ci attraversa la strada. Scorgiamo un leone con il suo harem di quattro leonesse che riposa pigro tra i
cespugli.
Verso il tramonto aspettiamo l’uscita dalla tana delle iene, sono sei
e sono bellissime, si guardano intorno furtive e ci osservano con supponenza.
Scorgiamo
una leonessa che improvvisamente parte all’attacco di un orice e lo manca, è
stata una scena fulminea ma davvero da togliere il fiato!!!!! Purtroppo nessuno è riuscito ad immortalare la scena.
Poi
arriva finalmente il tramonto che incendia il cielo e noi ci ritiriamo all’interno del lodge, negli spazi riservati agli umani, recintati e protetti perché qui gli animali
sono liberi e sovrani.
La
nostra camera è proprio di fronte ad una pozza e nel buio della sera continuiamo
ad osservare gli animali che si abbeverano, in continua processione arrivano elefanti,
rinoceronti, giraffe tenendo ben presente la giusta gerarchia dettata dalla
dimensione, il più grande beve prima del più piccolo! Ho visto un elefante
caricare un rinoceronte perché non si decideva ad allontanarsi dall’acqua
mentre l’altro stava bevendo!
In questa notte senza luna ascoltiamo i rumori della natura così
vicini che mettono un po’ d’inquietudine.
Percorriamo
dall’alba nel senso della lunghezza il resto del parco e continuiamo ad avere
incontri decisamente interessanti, soprattutto incrociamo una leonessa con i
suoi cuccioli, è reduce da un “fiero” pasto, tutti hanno il muso e le
zampe anteriori sporchi di sangue, lei avanza lentamente ed i piccoli la seguono
saltellando, proprio come fanno i bambini.
Questi
momenti sono caratterizzati da un grande silenzio, siamo tutti ammutoliti, vuoi
per l’emozione ma direi soprattutto per rispetto di questi animali così belli,
liberi, orgogliosi, dignitosi. Non è certo come vederli allo zoo qui sono
davvero loro stessi e noi ci rendiamo conto di quale privilegio abbiamo nel
poterli osservare da così vicino.
La
giornata è davvero intensa e la strada da percorre lunga, ma come sempre non ci
si stanca mai nemmeno di guardare fuori dal finestrino, ogni poco c’è qualcosa
che attira la nostra attenzione. Continuiamo a riempirci gli occhi di paesaggi
brulli per la siccità ma veramente affascinanti. In particolare è la luce di
questi luoghi che è diversa dalla nostra, tutto sembra molto più luminoso e
colorato. Prima di arrivare alla nostra destinazione serale ci fermiamo ad
ammirare la Hoba, uno dei più grandi meteoriti caduti sulla terra.
Per
la notte soggiorniamo in un altro lodge molto confortevole, se non fosse che al
nostro arrivo sono senza corrente elettrica e di conseguenza senz’acqua. Non ci
perdiamo d’animo, infiliamo velocemente il costume ed attendiamo a bordo
piscina il ritorno delle comodità
moderne, sorseggiando il tè e sbocconcellando con indifferenza un ottimo
dolcetto, con la pazienza “africana” che contraddistingue questi posti.
Sempre più affascinante! Emozionante la vicinanza con tanti animali selvatici!!! bellissimo viaggio!
RispondiEliminaMi piace l'idea di questa luce diversa dalla nostra, così piena di colori.
RispondiEliminaFantastica, poi, è la supponenza della iena! :)
come descrivi bene quello che vedi:-)
RispondiEliminaSembra un sogno...hai vissuto in prima persona quello che io ho visto solo nei bellissimi documentari della National Geographic! Quanti animali...e chissà che emozione lo scatto della leonessa!
RispondiEliminaPiù il tempo passa più aumenta la nostalgia e faccio veramente fatica a continuare a raccontare. Grazie a @tutte per i complimenti
RispondiEliminaMa allora il Mal d'Africa esiste per davvero!
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