Il
giorno seguente la sveglia suona alle 5,30 e ci dirigiamo verso Swakopmund. Attraversiamo i passi del Gaub e del Kuiseb
dove possiamo osservare l’antichità della terra, le stratificazioni del granito
raccontano la storia del deserto di pietra; la strada è lunga ma mai monotona,
le spiegazioni della nostra Prof. Biancamaria sono sempre interessanti e
coinvolgenti ci permettono di apprezzare meglio questa terra che essendo la
prima delle terre emerse è quella che ha più secoli da raccontare.
Nel primo
pomeriggio arriviamo a destinazione e nonostante il tempo non proprio clemente
ci dedichiamo alla visita della cittadina, visitiamo l’interssante museo dei
cristalli e non manchiamo di ispezionare tutti i negozi del centro commerciale.
Il nostro programma prevede per il giorno successivo la gita in barca per
ammirare otarie, delfini, cormorani e fenicotteri, perciò dopo la consueta
sveglia antelucana e un’abbondante colazione ci
avviamo verso Walvis Bay. Purtroppo la mattina è cupa e fa freddo, piove
a tratti, la luce è grigia ma il nostro umore non ne risente. Il giro marino è
interessante e riusciamo a vedere molti delfini ed otarie. A bordo ci viene
servito un ottimo spuntino a base di ostriche e aperitivi vari che non
disdegniamo affatto. Il nostro cicerone parla solo in inglese ed io fatico non
poco a comprendere le sue spiegazioni ma noto che tutto sommato me la cavo, riesco
anche a dare qualche spiegazione a Viviane che invece di inglese non sa una
parola. La mattinata scivola via tranquilla ed arriva nel pomeriggio
l’appuntamento con un giro in 4x4 sulle dune vicino al mare. Ed io che mi
aspettavo la solita girata …. Altro che discese ardite e risalite!!!!! E’ stato
tutto un saltare da una duna all’altra, con panorami in continua evoluzione,
montagne di sabbia che improvvisamente cedono il passo al mare spumeggiante o a
distese di saline bianche come il latte, incontriamo dei pescatori che impavidi
restano immobili al vento in attesa del pesce, ci fermiamo a guardarli ma io
soprattutto guardo il mare che innalza le onde e la risacca arriva quasi a
sfiorarmi i piedi, che ci posso fare se il mare mi ipnotizza?
Ci viene offerto uno spuntino molto gradito
tra le dune e poi i nostri piloti (che erano gli stessi della barca del
mattino) ci riportano tra le risate generali al porto. Mi sono sentita una
ragazzina con tutti quei salti e quell’allegria, un momento davvero liberatorio
e rivitalizzante. Al nostro rientro a Swakopmund siamo accolti da un temporale
e la temperatura si è ulteriormente abbassata …. Ma siamo in Africa o ai Poli????
La serata si conclude con la cena in un locale caratteristico The Tug ed il
tavolo a noi riservato è proprio fronte mare, uno spettacolo davvero
emozionante mangiare (benissimo) con le onde che si infrangono sotto di noi!
E
sorge un altro giorno, partiamo sempre presto perché anche oggi la strada sarà
lunga, destinazione Twyfelfontein nel Damaraland. La percorso è spesso interrotto da fermate
per acquistare minerali e prodotti artigianali vari, possiamo così ammirare le
prime rappresentanti delle donne Herero , ed anche qui il paesaggio ci regala ogni poco una sceneggiatura nuova.
Così il tempo trascorre piacevolmente e nel primo pomeriggio arriviamo a lodge
dove pernotteremo, sembra scavato nella roccia ed all’ingresso possiamo
ammirare un assaggio dei graffiti boscimani che vedremo l’indomani. Nel
pomeriggio veniamo issati su dei camion per un safari 4x4 (io direi 8x8) per
vedere gli elefanti del deserto. Ne usciamo soddisfatti ma notevolmente scekerati
. La cena della sera viene allietata dai camerieri che cantano e ballano le
loro canzoni. Mi piacciono molto e acquisto il cd con la loro musica.
Anche il
nuovo mattino ci si presenta con la pioggia, ma pazienza, proseguiamo per la
visita alle pitture rupestri e ai graffiti. Purtroppo il tempo inclemente ci
costringe ad un giro più piccolo del previsto ed è un vero peccato perché dal
poco che abbiamo visto il resto doveva essere davvero bello. Successivamente ci
fermiamo ad ammirare le Organ Pipes (o canne d’organo) altra meraviglia!!!
Poco
alla volta il tempo migliora e ci dirigiamo verso Opuwo, città a Nord, dove
entreremo in contatto con le etnie Himba e Herero.
Da
questo momento in poi il viaggio cambia dimensione, almeno per me. Non mi sento
tanto turista quanto osservatrice e mi ritrovo spesso a riflettere sulla
contaminazione che noi occidentali portiamo a queste popolazioni che hanno una
cultura profondamente diversa dalla nostra e che vivono secondo altri ritmi ed
altre regole. Nel pomeriggio arrivati a destinazione, ce ne andiamo a passeggio
lungo la strada principale ed occhieggiamo nel negozi, nei supermercati e nei
mercatini che la costeggiano. Le persone sono di tante etnie, vestiti in
maniera tradizionale o all’occidentale in una mescolanza che disorienta. Ho qui
per la prima volta la sensazione della miseria, anche se gli scaffali dei supermercati sono colmi e i
negozi offrono qualsiasi merce, l’immondizia
per la prima volta fa la sua comparsa lungo i marciapiedi. Sono un po’ stordita
dalla confusione e dal caldo ed apprezzo davvero la tranquillità della nostra guest
house, dove ceniamo di gusto e ci
attardiamo in chiacchiere con un gruppo di tre signore che stanno viaggiando da
sole ed hanno tanto da raccontare.
La
mattina successiva andiamo a visitare un villaggio Himba, dobbiamo essere
accompagnati da una guida locale, nel nostro caso si chiama Queen Elizabeth, che ci fa acquistare i doni da portare al capo
villaggio e ci scortapresentandoci al capo villaggio. Gli uomini sono al
pascolo, nel villaggio ci sono solo donne e bambini. Le donne sono bellissime,
fiere, curate, sorridenti, cosparse di ocra, burro ed erbe, i capelli
acconciati con trecce impastate con cenere e ocra, portano una specie di gonnellino
di pelle, sono adornate con collane e bracciali. I bambini sono di una bellezza
disarmante, ci prendono per mano saltellando, cantando, sorridendo. Di nuovo mi
ritrovo a riflettere sulla inopportunità della nostra presenza in quel posto.
Mah …. Sono felici lo stesso, la loro vita è cadenzata da ritmi diversi e da
necessità diverse, così pure le priorità sono altre, noi che ci facciamo lì?
Riprendiamo
il nostro cammino verso altre mete e lasciamo anche questo angolo d’Africa con
un misto di sollievo e nostalgia. Dopo circa tre ore di auto arriviamo a Rundu
dove ci dedichiamo al relax formato speciale. Il lodge è stupendo, il silenzio
che ci circonda è meraviglioso, è davvero impossibile dimenticare questi giorni
fatti di odori, profumi, rumori, paesaggi, risate e riflessioni. Lo sguardo qui
si perde nell’immensità della savana, il vento accarezza il nostro respiro ed
ogni attimo godiamo della meraviglia che ci circonda.
(Continua)
affascinante e coinvolgente!!!
RispondiEliminabellissimo viaggio!
Felice che la tua vacanza sia stata fruttuosa.
RispondiEliminaUn sorriso.
^___^
Sò che la notte la temperatura scende di molto... escursione termica.
RispondiEliminaCredo sia bellissimo vedere l'Africa
Sono davvero incantata... splendido resoconto...
RispondiEliminaCara Margherita, vorrei chiederti un favore: mi permetti di salvare in un unico documento di testo il tuo racconto di viaggio?
RispondiEliminaVorrei in futuro poter rileggere d'un fiato sia le "puntate" già pubblicate sia le prossime...grazie!
P.S. Si capisce che sono affascinata dal tuo diario africano?
Certo Sontyna fai pure!
Eliminagrazie cara!! :*
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