lunedì 21 ottobre 2013

namibia e dintorni 4

La mattina successiva ci dirigiamo verso un villaggio di boscimani per osservare le loro tecniche di caccia, la raccolta di piante e radici, danze tribali e canti. Anche questa è una visita che affronto con qualche perplessità, tutto è molto interessante ma ho sempre la sensazione di violare la loro privacy. Sono sorridenti, gentili e particolarmente cordiali. Un giovane ci illustra le loro abilità in inglese (ed io capisco abbastanza), un altro con una mimica invidiabile pur parlando nella sua lingua ci spiega come accendere un fuoco, come cacciare, come procurarsi la canfora o il veleno nella foresta. ù
E’ una etnia molto diversa da quelle che abbiamo incontrato precedentemente, sono più piccoli e magri, minuti ed agili. Gli uomini sono i protagonisti mentre le donne restano ad osservare o aiutano a portare gli oggetti, solo al momento dei canti e della danza si esibiscono come protagoniste. Finiamo la visita in un simpatico shopping center dove sono esposti monili fatti di semi, legno e corda. A parte il fatto che mi sono esibita con loro in una danza rituale ed ho fatto ridere tutti tanto che mi avrebbero dovuta pagare per il divertimento procurato …. la mia perplessità rimane e pur rendendomi conto che siamo un mezzo di sostentamento non credo sia il modo giusto per approcciarsi a queste popolazioni.  

Dopo questo incontro abbiamo proseguito verso Rundu,  paese che è adagiato in riva al Kavango. La natura diventa meno arida e decisamente più ricco di vegetazione. Lungo la strada ci fermiamo a visitare “Kehemo Ketuko” che è un orfanatrofio che Rolando e Nadia, sua moglie, sostengono portando un aiuto concreto all’infanzia più povera del nord-est della Namibia. E’ stata una visita importante e molto istruttiva, soprattutto per noi che ci possiamo permettere di fare un viaggio di questa portata. Personalmente non sono riuscita a fare nessuna foto, ero presa ad ammirare la dedizione dei volontari, il sorriso dei bambini, le camerate ingombre di letti, le cataste dei materassi, l’orto con l’impianto di irrigazione da montare, la cucina con il fuoco a legna, gli enormi pentoloni dove cucinano la polenta, l’ordine e la pulizia che nonostante tutto regnavano, la rassegnazione dei ragazzini più grandi, i loro quaderni, i loro poveri abiti, le piastrelle scrostate delle docce, la sabbia, la chiesa. Siamo rimasti a lungo ad ascoltare i racconti di Rolando, la storia di questo posto, la fatica che si fa a costruire una cosa del genere e soprattutto l’impegno che richiede il progetto di dare un’istruzione a tutti questi ragazzini, a dare a loro un’opportunità di avere un futuro, la difficoltà di accogliere tutte le bambine che fuggono dalla miseria e dalla violenza. Nessuno di noi è rimasto immune dalla compassione e tutti abbiamo assicurato il nostro impegno per fare qualcosa per loro. (Non ce ne siamo più dimenticati! )

La notte è arrivata e nel nostro comodo lodge abbiamo trascorso la serata ascoltando altri racconti e avventure di bambini e adulti che sperano e si impegnano, che passano dalle parole all’azione in favore di quelli meno fortunati.

La mattina successiva abbiamo fatto un bellissimo giro al rutilante mercato di Rundu, dove i profumi delle spezie si mescolavano con mille colori, dove c’era tanta gente e tanto rumore, dove la musica sopraffaceva le voci. Affascinati dai sorrisi e dalla gentilezza di tutti abbiamo dato sfogo ad un momento di shopping davvero africano. Niente gadget…solo oggetti di uso comune, un mercato vero, dove c’erano il banco del macellaio e quello della farina, quello della frutta e quello dei tessuti, anche un venditore di bare!


Prima di partire verso il Caprivi, destinazione Parco del Mamili ci fermiamo all’asilo che è gestito dalla stessa organizzazione. La visita è più lieve, qui i bimbi sono più piccoli ma hanno tutti una famiglia, hanno dai 3 ai 5 anni, le maestre hanno classi di 40 bimbetti ciascuna, loro stavano tutti seduti composti con una bella divisa e ci hanno cantato orgogliosi delle canzoncine in italiano e hanno contato in inglese da 1 a 20, decisamente soddisfatti dei nostri applausi e dei nostri complimenti. Con la sincera promessa di non dimenticarci di loro li abbiamo salutati, ricambiati dai loro sorrisi e dai loro baci.


Proseguiamo verso la nostra nuova meta, attraversiamo villaggi poveri ma vivi, tutti ci salutano come fossimo vecchi amici, come si possono dimenticare i sorrisi che sempre accompagnano questi volti? Anche quest’oggi la strada è lunga ma come sempre troviamo mille cose di cui stupirci, dopo l’asfalto ci attende un lungo pezzo di sterrato ed infine dopo l’attraversamento di un torrente dove un gruppo di ragazzini si esibisce in salti e tuffi rumorosi ed allegri, percorriamo un tratto di strada decisamente sconnessa che sembra non finire più, dopo salti, sballonzolamenti che ci sfiniscono arriviamo in un paradiso terrestre, un lodge che in realtà è un campo tendato, dove tutto è rigorosamente ecosostenibile, dove non arriva la luce elettrica e l’impianto ad energia solare è l’unica fonte di energia. Prima di accompagnarci nella nostra tenda ci fanno firmare una liberatoria che certifica che ci hanno informati dei pericoli che potremmo correre se ci avventureremmo da soli dopo il tramonto in giro per il territorio intorno al lodge stesso! Ovviamente qui non ci sono reti, né barriere e gli animali in particolare gli elefanti hanno la possibilità di girare in completa libertà. Dopo una doccia ristoratrice e rilassante ci vengono a prendere nella nostra tenda (arredata meravigliosamente) ed andiamo a cena.



 La tavolata accoglie tutti gli ospiti ed è un allegro melting pot di lingue ed esperienze che l’esperta regia del gestore (un giovane piemontese) rende piacevole e divertente, il tetto è la via lattea che qui risplende in tutto il suo splendore. Dopo l’ottima cena ci rilassiamo chiacchierando intorno al fuoco, poi poco alla volta ognuno si ritira nella propria tenda, resto da sola a guardare il cielo, scorgo lassù dei volti familiari, nell’universo c’è anche la mia felicità che risplende. Il silenzio è sovrano, c’è solo il frastuono della natura, grilli e rospi , qualche barrito che speriamo resti lontano. Ci addormentiamo tutti in trepida attesa delle avventure che ci aspettano, certamente ancora emozionanti!   

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