venerdì 29 agosto 2014

impressioni

Sono giorni, settimane che siamo inondati da immagini truci e dolorose di persone che sbarcano, di persone che vagano tra le macerie, di bambini innocenti che muoiono. 
La sensazione è che il nostro sguardo passi senza riflettere su tutte quelle immagini orribili soprattutto perchè ormai ne siamo assuefatti. 
Ci dimentichiamo che si tratta appunto di persone e che sono persone che soffrono e piangono. 
Oggi quella lunga fila di giovani uomini in mutande che marciava nel deserto mi ha lasciata attonita, ho pensato all'umiliazione, alla paura che dovevano provare. Ho pensato alla loro vita che sapevano giunta al termine solo per avere indosso la divisa sbagliata. Mi sono sentita triste e ho avuto paura anche io, non solo delle folli ideologie ma anche della incapacità di sentire il dolore dell'altro e di vedere le sue lacrime.

Troveremo mai il modo per porre fine a tutto questo orrore?  

4 commenti:

  1. Quando eravamo noi al loro posto, non è che ci abbiano
    trattati tanto meglio, inoltre noi siamo l'unica nazione che
    li accoglie

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  2. Ti ho scritto ma mi è sparito tutto.
    Sapessi quante volte ho fatto le tue stesse riflessioni.
    Il punto non è che prima c'eravamo noi, il fatto è che davanti agli sbarchi, ai massacri di guerra, alle esecuzioni mediatiche c'è solo una grande indifferenza. E senza il dolore e la rabbia questo orrore non può finire perché manca una sana indignazione per far scattare il meccanismo del cambiamento.
    Sono molto preoccupata per noi e per le future generazioni

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  3. Inoltre non fatti anche troppe illusioni su queste persone.
    In Turchia, ad esempio, uno studente americano era stato
    condannato all'ergastolo per un panno di hascis e l'ambasciata
    statunitense lo averva tranquillamente "dimenticato".
    Vedi il film, tratto da una storia vera: Fuga di mezzanotte.

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