lunedì 27 marzo 2017

Lavori in corso

Pezzo per pezzo, cassetto per cassetto, anta per anta,
 stiamo svuotando tutto. 
La casa presto sarà un guscio vuoto, 
per ora è un disordine inconsueto, 
una confusione inimmaginabile. 

Non c'è più ogni cosa al suo posto 
ed il fatto di smembrarla così violentemente 
la rende fragile e dolente. 

I nostri passi inquieti attraversano 
le stanze silenziose, quasi attonite da tanta attività.

Tiriamo fuori, dividiamo ed inscatoliamo. 
Come se fosse la cosa più normale del mondo, 
come se fosse previsto. 
Invece è tutto fuorchè atteso, è una violenza 
e noi lo sappiamo. 
Andiamo di fretta per non fermarci a pensare,
 per concludere alla svelta. 
Ma è faticoso e doloroso, 
allora ogni tanto ci sediamo una di fronte all'altra 
e cerchiamo nei reciproci sguardi 
un conforto ed una rassicurazione. 

Non troviamo quello che cerchiamo 
abbiamo solo la consapevolezza che
 è l'unica cosa da fare. 
Così andiamo avanti e così faremo 
finchè l'ultimo ricordo non sarà chiuso nell'ultima scatola. 

Per ora sappiamo solo che la famiglia non c'è più. 
Sarà possibile ridarle una forma seppure diversa? 


8 commenti:

  1. sembra quasi di fare un torto, come se nel toccare le sue cose ci fosse la voce in lontanza che dice di lasciar stare.
    Agrimonia

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    1. Proprio così, sono sicura che non avrebbe gradito....

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  2. "Sarà possibile ridarle una forma seppure diversa" . . .ci vuole lavoro, pazienza e, ogni tanto, chiudere un occhio! :)

    Sul fatto di "smontare" una casa, lo si fa perché si deve, è doloroso, ma a "botta calda" fa meno male che farlo (come è successo a mia cognata) dopo anni, da sola (perché nel frattempo era morta anche sua sorella) e piangendo su ogni cosa che prendeva in mano!!! :)

    Buon Lavoro, Fior

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    1. E'indispensabile che sia a botta calda, il dolore per la perdita ti azzera i ricordi. Hai proprio ragione.
      Grazie, di lavoro ce ne sarà moltissimo da fare!

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  3. La mia casa inscatolata è ancora in un magazzino in attesa di essere ricreata da qualche parte...non ci devo pensare...

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  4. C'è un pudore nel toccare le cose di chi abbiamo amato... io ancora oggi ho una specie di riverenza a prendere i vestiti di mia mamma. Abbiamo regalato molto ma ancora c'è tanto e il dispiacere più grande è stato maneggiare cose che per lei sono state belle e interessanti e desiderate e volute e magari gelosamente conservate... e dare via tutto piano piano.
    Questa è la responsabilità di chi rimane. Maneggiare con cura quello che è stato e sicuramente possedere poco rende questo compito meno doloroso di quello che è

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    1. Mi sembra di violare la sua intimità, stracciare la sua dignità. La casa è grandissima e piena in ogni dove di mille cose belle e preziose. Quello che so con certezza è che lei non lo avrebbe voluto ed il dolore si fa ancora più sordo.

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